Cedro dell’Himalaya (Cedrus deodara) e Cedro dell’Atlante (Cedrus libani sub-specie Atlantica Glauca)

37 Cedro (1) cedro del atlante e deodara

 

I cedri sono certamente le più belle conifere che popolano i giardini e i parchi lombardi, che per essere messi a dimora necessitano di ampi spazi verdi a causa delle dimensioni che possono raggiungere. Attualmente nel giardino all’inglese di Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, ideato nel 1808 dall’architetto Luigi Canonica, si possono osservare degli splendidi esemplari di Cedrus deodara e Cedrus libani, nella sub-specie dell’Atlantica Glauca.

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In primavera i rami penduli del cedro dell’Himalaya mettono in evidenza un fogliame chiaro, color verde cinereo, con aghi lunghi e soffici, di forma triangolare. È un esemplare dal portamento molto elegante e, malgrado le sue dimensioni, può soffrire gli inverni troppo rigidi.
Si tratta di una conifera originaria dei pendii nevosi dell’Himalaya che appartiene alla famiglia delle Pinaceae. Quest’albero ha, nella terra d’origine, importanza religiosa ed è conosciuto come “albero degli dei”. Come altri cedri in India è considerato simbolo di fertilità e di durevolezza, ed il suo legno viene utilizzato per la costruzione di templi e palazzi in ragione della sua fragranza.
Nei secoli passati ebbe una grande diffusione in Italia e in Lombardia, dove venne piantato in numerosi parchi e giardini annessi alle ville di delizia. Questa pianta, dunque, si trova anche in numerosi parchi storici della Brianza e del territorio posto a nord di Milano. Frammisto al Cedro dell’Atlante, questa pianta, ad esempio, la ritroviamo nel giardino di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, dove contribuisce a creare un lungo viale prospettico che lo collega ad altre parti e viali alberati. Come esemplare isolato, invece, compare in forme maestose all’ingresso del parco di Villa Crivelli Pusterla a Limbiate, trasformata nei secoli scorsi in Ospedale Psichiatrico provinciale.
All’interno del parco di Lainate è facile distinguere il cedro deodara dagli altri cedri, poiché presenta i rami penduli, caratterizzati da aghi solitari che crescono sui germogli dell’anno corrente, mentre gli aghi più vecchi appaiono in rosette. I fiori sono meno frequenti che sulle altre specie: quelli maschili sono eretti e liberano il polline giallo in autunno, mentre quelli femminili sono verdi. Assimilabili a grandi coni eretti, i suoi frutti maturano in due anni, per poi sfagliarsi e cadere al suolo. Accanto al cedro deodara a Lainate si può osservare il cedro dell’Atlante, detto “Glauca” perché gli aghi presentano un’inusuale colorazione verde argentata, che crea un contrasto cromatico con le altre conifere circostanti.
Diversamente dalle altre conifere, il cedro dell’Atlante fiorisce in autunno. I fiori maschili, simili a piccole pannocchie rosate, cadono a terra in numero considerevole mentre quelli femminili di colore verde, rimangono all’estremità dei rami più giovani. Il frutto è costituito da un cono a forma di nido di vespa, con apice concavo. Matura in due anni e poi si disarticola.
I rami di quest’albero si distinguono da quelli degli altri cedri perché sono ascendenti. Le foglie ad ago crescono solitarie sui germogli dell’anno in corso e, solo più raramente, su quelli dell’anno precedente.
Molto belle anche esteticamente, le differenti specie di Cedro piantate a Lainate nei secoli scorsi, oggi costituiscono una rara occasione per avvicinare in maniera più consapevole i bambini e gli adulti alla scoperta della biodiversità e dell’eterogeneità della natura.