Statua di “Pompeo Magno”

22 Pompeo (11)

 

La statua di “Pompeo Magno” è una delle opere più celebri della collezione Arconati. Alta circa tre metri e mezzo, in marmo bianco, è un ritratto del comandante romano mentre, coperto solo da un drappo sul braccio sinistro, volge la testa di tre quarti tenendo nella mano destra un bastone imperiale di rame, un tempo dorato.

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Pompeo è raffigurato con la mano sinistra con il palmo rivolto verso l’alto, quasi stesse incitando il suo esercito. Figura monumentale e dal corpo armonioso e potente, l’opera fu acquistata a Roma e giunse a Villa Arconati per essere collocata nell’omonimo teatro del giardino pertinenziale della villa, caratterizzato dalla presenza di un tempietto ionico oggi distrutto.
La statua di “Pompeo Magno” rimase all’esterno fino al 1742, quando Giuseppe Antonio, pronipote di Galeazzo Arconati, la fece sostituire da una copia per trasferire l’originale all’interno del Museo della villa.
Galeazzo Arconati fece incidere sulla base della scultura un’iscrizione celebrativa di Pompeo e dei sui meriti militari e politici, da leggersi anche come monito contro la vanagloria. Sul basamento è incisa anche la data dell’arrivo dell’opera al Castellazzo, il 1627, anno in cui erano già in vigore le sanzioni per l’esportazione illecita di beni artistici fuori dalla capitale, che però Galeazzo riuscì ad aggirare grazie a uno speciale permesso, derivatogli dal suo prestigio e dalla serietà dimostrata come collezionista d’arte antica.
Secondo un’antica leggenda riportata da numerosi storici, sotto questa statua sarebbe stato ucciso Giulio Cesare. Gli storici, che oggi sono concordi nel considerare questa tradizione priva di fondamento, riconoscono in questa statua solo una delle tante sculture circolanti a Roma ed identificano nel virile uomo ritratto non più Pompeo Magno, ma l’imperatore Tiberio.