La Mappatura dei Divieti

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Nei giorni seguenti la mappatura “ufficiale” della zona assunse la sua conformazione definitiva, con l´indicazione di una zona a minor tasso di inquinamento, denominata “Zona B”, che interessò anche i Comuni di Cesano Maderno e Desio, per una superficie di 269,4 ettari e uno sviluppo perimetrale di 16,5 chilometri. Gli esperti definirono anche una terza zona, denominata “Zona R” o “ Zona di Rispetto”, non inquinata o inquinata con valori inferiori ai 5µg/m² che interessò una superficie di 1.430 ettari con uno sviluppo perimetrale di 26 chilometri.

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La mappatura della zona fu elaborata in prima stesura il 10 agosto dalla Commissione tecnico-scientifica statale e definitivamente approvata dal Consiglio regionale lombardo il 7 ottobre 1976.
Nel mese di agosto i sindaci di Seveso e Meda emanarono una nuova serie di prescrizioni per gli abitanti delle zone “A” (evacuati), “B” e “di Rispetto”.
In particolare il sindaco di Seveso il 24 agosto, mentre limitò l´accesso alla “Zona A” esclusivamente a persone autorizzate, vietò per la “Zona B” ogni lavoro che provocasse “movimento di terreno e sollevamento di polvere” e qualunque manipolazione dei materiali che giacevano all´aperto al momento dell´incidente. La velocità dei veicoli sulle strade non asfaltate non doveva superare i 30 km/h ed era proibito “coltivare o raccogliere foraggio, erba, fiori, frutta, verdura, ortaggi, nonché allevare animali tranne quelli di affezione”. Tutti “i prodotti zootecnici di origine animale (latte, uova, miele, ecc.)”, inoltre, dovevano essere assolutamente distrutti. Nella “Zona B” fu invece vietata ogni attività artigianale ed industriale.
Oltre ai divieti enunciati, il sindaco invitò la popolazione della “Zona B” ad osservare accuratamente una serie di indicazioni come “lavare immediatamente ed a lungo le mani” qualora si fossero toccati oggetti presumibilmente inquinati e “comunque lavarle frequentemente durante la giornata per eliminare ogni traccia di sostanza tossica eventualmente presente, sia pure in piccole quantità nella polvere”. Venne poi consigliata una frequente ed accurata pulizia di tutto il corpo (bagno o doccia tutti i giorni) con l´uso di sapone. Fu invece scoraggiata l´esposizione alla luce solare per periodi prolungati e fu definita “altamente pericolosa” l´ingestione di qualunque alimento animale o vegetale proveniente dalle zone inquinate. Infine veniva giudicato prudente che “tutte le persone esposte al rischio della contaminazione” si astenessero dalla procreazione per un periodo di tempo che “cautelativamente” poteva essere indicato in sei mesi. Non si poteva escludere infatti, “anche se non era ancora dimostrata per la specie umana”, la comparsa di malformazioni nei figli concepiti da persone esposte a diossina.
Allo scopo di mettere a disposizione delle persone interessate tutte le informazioni necessarie il sindaco ricordò la presenza del Consultorio familiare, aperto a Seveso tutti i giorni presso le scuole medie.
Per gli abitanti della “Zona di Rispetto”, con l´ordinanza del 24 agosto, il primo cittadino di Seveso riconfermò quanto prescritto il precedente 18 agosto e cioè l´obbligo di intensificazione da parte della popolazione delle norme di igiene personale, il divieto di consumare e vendere frutta, verdura e altri vegetali prodotti nella stessa “Zona di Rispetto” e l´obbligo di abbattimento di tutti gli animali da cortile con il conseguente divieto di allevamento degli stessi. Nell´ordinanza il sindaco si premurò di precisare che la fascia di sicurezza era stata attuata solo per rafforzare i provvedimenti igienico sanitari. Gli accertamenti eseguiti, infatti, non avevano “riscontrato la presenza di diossina” e, pertanto, le norme indicate dovevano intendersi solo di carattere cautelativo nell’interesse dei cittadini.