Villa Crivelli Pusterla: presentazione generale

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La grandiosa Villa Crivelli Pusterla di Limbiate costituisce luogo dallo straordinario valore storico ed artistico ed è oggi sede dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Luigi Castiglioni”.

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Il nome con cui la villa è conosciuta risale al romanzo storico Margherita Pusterla scritto da Cesare Cantù nel 1838. L’autore scelse la villa di Mombello come ambientazione per il suo racconto ispirato agli intrighi della corte milanese al tempo dei Visconti.
La congiura dei Pusterla, ordita nel 1340 da Franciscolo Pusterla per togliere la Signoria di Milano ai Visconti, è un fatto storicamente avvenuto. Non esiste, però, alcun documento che attesti che i Pusterla abbiano effettivamente abitato qui. Ciò che si sa con certezza è che nella prima metà del Cinquecento la famiglia Carcano acquisì la villa.
Nel 1543 Giacomo Antonio Carcano lasciò erede del feudo il nipote Giovanni Battista Arconati. Il palazzo venne trasformato in una elegante dimora di delizia grazie ad Anna Visconti, che sposò il figlio di Giovanni Battista Arconati. La donna incaricò l’architetto Martino Bassi di eseguire importanti lavori di ristrutturazione dell’edificio, che vennero completati sotto il controllo del figlio Luigi.
Il progetto di Anna Visconti, volto a rendere più eleganti i massicci tratti della villa, si concluse nel 1719 quando Giuseppe Antonio Arconati vendette i beni di Mombello per far fronte agli impegni finanziari causati dalla costruzione di Villa Arconati a Bollate.
La villa limbiatese venne così acquisita dai Crivelli, nobile famiglia che deteneva il monopolio della riscossione delle tasse e della vendita del sale per conto degli imperatori austriaci. Grazie a Giuseppe Angelo e, soprattutto, al figlio Stefano Gaetano, l’edificio venne trasformato in una splendida villa con giardino all’italiana e parte del parco all’inglese. I lavori furono affidati all’architetto Francesco Croce, che costruì l’ala nord dell’edificio e il grande “Scalone d’Onore”. Raddoppiò in altezza l’ala sud aggiungendo ulteriori locali ai preesistenti, ridusse le torrette a elementi decorativi e trasformò le scalinate di raccordo con il giardino.
La villa visse il suo periodo di massimo splendore ospitando personaggi come Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, e Luigi Castiglioni, esponente dell’illuminismo lombardo.
Nel 1797 divenne sede temporanea della corte di Napoleone Bonaparte che se ne impossessò sequestrandola ai Crivelli. Nei sei mesi di permanenza è probabile che il generale abbia preso tra queste mura decisioni importanti, quali il trattato di Campoformio e la creazione della Repubblica Cisalpina.
Nel 1819 il conte Ferdinando Crivelli, per fare fronte ai debiti del padre, fu costretto a vendere la villa ai fratelli Catena. Da questo momento la dimora passò nelle mani di ricchi borghesi e tra gli anni Trenta e Cinquanta dell’Ottocento attraversò un periodo di abbandono e degrado.
Nel 1865 la proprietà passò alla neonata Provincia di Milano che decise di destinarla a sede dell’Ospedale Psichiatrico in sostituzione del sovraffollato manicomio milanese della Senavra. I lavori di ampliamento della villa si conclusero nel 1878, anno in cui furono costruiti i primi numerosi padiglioni del complesso manicomiale.
A seguito della proclamazione della legge numero 180 del 13 maggio 1878, nota come Legge Basaglia, si avviò un lento processo di trasformazione degli spazi conclusosi solamente tra gli anni Novanta con la chiusura dell’ospedale psichiatrico e la sua lenta parziale riconversione. È dunque a questo periodo che risale la trasformazione della villa e di parte degli spazi accessori in edificio scolastico, oggi interessato dalla realizzazione di nuovi spazi.