Sala da pranzo o Sala Levati

11 Sala Levati (Sala da pranzo) (24)

 

Significativo ambiente del piano terra, la “Sala da pranzo” costituisce uno dei volumi architettonici meglio conservati dell’ala settecentesca della villa. Il pavimento è decorato con un mosaico di stile veneziano e presenta fasce colorate alternate a scomparti romboidali. Pareti e soffitto sono affrescati con una serie di motivi ornamentali che rappresentano finte cupole, candelabre e grottesche all’antica, probabilmente desunti dai medesimi motivi dipinti nelle sale cinquecentesche delle villa, qui però realizzati a monocromo e alternati ad una serie simmetrica di paraste scanalate.

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La decorazione è opera del pittore ornatista Giuseppe Levati (1739-1828), grande cultore di Vitruvio e dei principali trattatisti del Cinquecento, tra i quali Sebastiano Serlio e Andrea Palladio. Questo artista si dedicò, infatti, fin dai primi anni della sua carriera alla pratica della rappresentazione prospettica, facendosi promotore di un rinnovamento dello stile pittorico in senso anti Barocco e Rococò e muovendosi verso una ripresa del classicismo. Modelli principali del suo operato furono le decorazioni parietali romane (in particolare gli encausti di Ercolano e Pompei qui richiamati nelle grottesche) e gli stucchi policromi ispirati alla storia antica, che lo resero famoso come decoratore d’interni nelle sale delle residenze milanesi con il titolo di “pittore generale dei palazzi di corte”. Sarà lui ad ottenere la commissione per la decorazione dei parapetti esterni dei palchi del Teatro alla Scala di Milano. A partire dal 1778 operò per l’aristocrazia non soltanto nella capitale lombarda ma anche nelle ristrutturate ville di campagna, a Cassano d’Adda, a Cinisello Balsamo e quindi a Lainate, durante il periodo di massima fioritura del neoclassicismo lombardo. Il suo lavoro si caratterizzò per una grande unitarietà d’intenti e per la capacità di fondere negli ambienti varie tipologie di elementi decorativi (pittura, scultura, plastica e arredi).
Purtroppo attualmente nella sala poco è rimasto dell’arredo originario: due specchiere in stile veneziano con consolle sulle pareti corte, e al centro di una delle pareti lunghe una nicchia contenente una stufa in ceramica di provenienza incerta. I lampadari in legno dorato sono invece stati realizzati nel 1935 dalla famiglia Toselli, ultima proprietaria della villa prima dell’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, prendendo a modello l’originale collocato nella “Sala delle Virtù”.