Voliera

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La “Voliera”, oggi molto danneggiata e non in perfette condizioni di conservazione, costituisce uno dei principali padiglione in muratura collocati all’interno del parco pertinenziale della villa. Collocata sul limitare sud-orientale, lungo il camminamento che si diparte dal “Teatro di Diana”, la struttura oggi ha perso molto del suo fascino e dei fasti di un tempo, sebbene se ne possa ancora comprendere perfettamente la sua spazialità.

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Il piccolo edificio mistilineo, infatti, era costituito da un vano centrale e da due ambienti laterali minori, ed era dotato di grandi finestre rettangolari prospicienti il lato nobile del giardino e di una apertura quadrata, con una cornice dalle forme sinuose, che prospetta sul retro dell’edificio stesso.
La “Voliera” nacque come gabbia in cui venivano messi ed allevati gli uccelli esotici, rari e di diverse specie, molto amati dal conte Galeazzo Arconati, che la volle edificare nel suo giardino per poter dilettare e meravigliare i suoi ospiti. Questa piccola costruzione, inoltre, costituiva un elemento decorativo di grande raffinatezza molto apprezzato dalla cultura sei-settecentesca.
La struttura in muratura delle pareti verticali, scandite da lesene leggermente aggettanti, non costituiva il sostegno di una massiccia copertura tradizionale, ma di leggiadri elementi metallici oggi parzialmente distrutti. Questi permettevano agli uccelli di ricevere luce e aria impedendogli, ovviamente, di volare liberamente nel parco. Originariamente questi elementi metallici di copertura disegnavano tre cupole leggere e morbide che si protendevano verso il cielo, richiamando gli stilemi propri dell’architettura in ferro delle serre e dei padiglioni per il divertissement delle ville di delizia. L’interno del padiglione probabilmente doveva essere riccamente dipinto, come testimoniano alcuni lacerti di pitture parietali e di decorazioni ancora visibili. L’esterno, invece, doveva essere caratterizzato da un tripudio di decorazioni a finto marmo. Segnata oggi da cadute di intonaco e da perdita di colore, l’antica voliera ha perso parte del suo originario imperioso fascino, in cui lo stupore per l’apparato decorativo si fondeva con il variopinto mondo animato dei rari volatili esotici.