Teatro dei Limoni o Teatro di Ercole

20BO Teatro di Ercole (1)

 

Il “Teatro di Ercole”, detto anche “Teatro dei Limoni”, deve i suoi nomi alla presenza di ampi e monumentali vasi di limoni che circondano lo spazio del teatro, ma anche alla presenza di una statua omonima dell’eroe mitologico. Il teatro si estende in un’area prospicente alla facciata sud della villa, nell’area che avrebbe contribuito a progettare Giovanni Gianda.

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Lo spazio del teatro è delimitato ancora oggi da siepi che disegnano quinte vegetali e creano emicicli in cui si vanno ad inserire sculture ed elementi decorativi. L’elemento scultoreo più significativo è sicuramente l’immagine di Ercole, in cui l’eroe è raffigurato mentre porta a termine una delle sue dodici fatiche, ovvero l’uccisione del leone Nemeo. Il gruppo scultoreo è collocato su un basamento costituito da rocce e detriti disposti in maniera fintamente casuale, mentre sono evidenti i tagli in blocchi cubici che ne hanno permesso la realizzazione. Su questa base, che si va restringendo verso l’alto, il temibile leone Nemeo tenta di sopraffare l’eroe con un ultimo tragico spasimo di energia. La zampa alzata e la bocca spalancata in una smorfia di dolore, ne fanno intuire l’imminente fine. Ercole, invece, è rappresentato come un uomo maturo, nudo e dai muscoli possenti, che stringe con le braccia il collo del leone, torcendo il busto nella direzione opposta per aiutarsi, mentre una gamba si piega per far forza sul corpo dell’animale. Questo gruppo scultoreo si situa nel centro del cono visivo del teatro, mentre ai lati, attorniati da alte siepi in forma di labirinto, fanno capolino un plinto in pietra con festoni e mascheroni leonini, che sorregge un grande vaso con maschere antropomorfe, e una fontana bassa, che emerge appena dal terreno, circondata dalla consueta pavimentazione bicroma di ciottoli di fiume.
Davanti alla facciata meridionale e alla statua di Ercole si trova una profusione di vasi di limoni e cedri, decorati con stemmi, ghirlande di frutti maturi ed arabeschi. Alcuni vasi, in particolare i più antichi, sono oggi parzialmente rovinati, ma restituiscono perfettamente l’idea dello splendore di questo parterre alla francese a cui si poteva accedere arrivando dalla “Corte Nobile” tramite bassi scalini.