Carpino bianco

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Il giardino di Villa Arconati rappresenta un elemento di grande pregio sia per il suo sviluppo, sia per la ricercata ars topiaria. Questo sistema scenografico creava, un tempo, uno spettacolo suggestivo nel giardino rinascimentale e barocco, arricchito da berceaux, siepi a labirinto, ed essenze arboree tipiche del territorio lombardo, che Giuseppe Maria Arconati inserì nella seconda metà del Settecento. Le essenze principali che sono giunte sino a noi sono: carpini, querce (Quercus robur), faggi (Fagus selvatica) e castagni (Castanea sativa). Questi, con le loro ampie chiome, assicuravano una piacevole frescura al nobile ozio dei proprietari e fornivano riparo e cibo fresco agli animali che in essi dimoravano, così cari a Giuseppe Maria Arconati.

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Forse proprio per questa ragione all’interno del parco di Villa Arconati è stata data molta importanza al carpino bianco, un’essenza arborea non pregiata e molto diffusa in Italia. Questa pianta cresce su terreni fertili e profondi e i suoi rami si innalzano a formare una chioma arrotondata e compatta che assicura una piacevole frescura. Inoltre, trattenendo sui rami le foglie morte, le sue fronde rimangono folte anche in inverno, da cui l’impiego per la realizzazione di labirinti vegetali o carpinete. Le sue peculiarità, ben note ai nobili a Galeazzo Arconati Visconti ed ai suoi eredi, hanno consentito arricchire il giardino di Villa Arconati di eleganti parterre e volte verdi che, ancora oggi, creano suggestivi raccordi con i teatri e i giochi d’acqua delle fontane, con le scalinate e le panchine, sino a perdersi nel folto bosco adiacente.
Ai lati del viale alberato che porta al “Teatro di Diana”, ad esempio, si sviluppa un labirinto di carpini bianchi potati a berceau. In autunno, i frutti triangolari e costoluti dei carpini bianchi, chiamati acheni e simili ad una piccola noce, sono protetti da una brattea trilobata. Essi cadono sui sentieri dal tracciato appena accennato, guidando il visitatore ai teatri, alle sculture, alle fontane, alle panchine e alla voliera, sparsi per il parco. Un tempo questo viale era costeggiato da alberi da frutta, viti e agrumi. Questi ultimi sono ancora oggi presenti nel parco della villa e costituiscono il retaggio della tradizione esotica della famiglia Arconati, che qui aveva realizzato un piccolo aranceto e una contenuta limonaia all’interno di ampi vasi di terracotta, posti nei pressi della “Fontana dei delfini”.
Inoltrandosi nella parco, lungo l’area che ha origine da tale fontana, si giunge nella carpineta. Alzando lo sguardo si può ammirare il fogliame compatto, verde brillante in primavera e in estate. In autunno le foglie assumono invece una colorazione giallo oro, che diviene più scura in inverno.
Le foglie appuntite sono alterne, di forma ovale più o meno allungata, con base arrotondata e margini doppiamente dentati. Hanno 10-15 paia di nervature parallele e piccioli rossastri.
A differenza della carpineta presente in Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, fatta di essenze bianche potate a formare una galleria a volta fitta e ombrosa, la carpineta di Villa Arconati è più aperta e spaziosa. In entrambi i casi, tuttavia, con un poco di immaginazione, si può immaginare l’allegrezza e la spensieratezza delle dame e dei cavalieri ospiti della famiglia Arconati, allietati dai berceaux di carpini, tra labirinti verdi e i giochi d’acqua.
Proseguendo verso sud si raggiunge il “Teatro Grande”, circondato da siepi di carpini, che formano un ottagono, all’interno delle quali trovano posto alcune statue classicheggianti. Il sito è stato chiamato “Prospettiva delle otto Statue” per la forma del Teatro e per il numero delle sculture. Qui il tronco scanalato, la corteccia liscia e il tegumento di colore grigiastro del carpino bianco, sembrano fondersi con le statue per meglio accoglierle e proteggerle.
Scendendo la “Scalinata dei draghi” e volgendo lo sguardo verso la facciata meridionale della villa, la vista spazia sul “Gran Parterre alla francese”, suddiviso in quattro campi da carpini, potati a ballerina, lungo l’asse nord-sud e terminante in un’esedra circolare.
Il carpino bianco raramente raggiunge il suo completo sviluppo di 24 metri di altezza; in Villa Arconati alcuni esemplari di notevoli dimensioni si possono trovare nel bosco adiacente al giardino storico all’italiana.