Carpineta

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In direzione della facciata meridionale della villa si diramano due lunghi viali circondati da alberi, prati e siepi. Questi viali, detti anche “Bersò”, costituiti da pergolati rivestiti da piante ornamentali, sono lunghe vie di terra battuta con la volta formata da carpini che costituiscono, ieri come oggi, un percorso ombreggiato e piacevole per sfuggire alla calura estiva.

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La passeggiata era considerata un vero e proprio percorso di delizia, tanto che, raccontano i documenti storici, in passato tra le piante si erano installati piccoli ugelli per la ‘nebulizzazione’ dell’acqua che rinfrescavano e stupivano, allo stesso tempo, i nobili ospiti e i visitatori della villa. Questo percorso era stato studiato in maniera scenografica e la carpineta congiungeva gli estremi quasi opposti del complesso architettonico, per una lunghezza di circa trecento metri, disegnando, nel contempo, uno scenografico emiciclo creato anche grazie all’incrocio di due viali principali. Lungo l’asse centrale, lasciato libero dai carpini, erano invece presenti essenze vegetali modellate secondo il gusto e l’estetica dell’ars topiaria, ovvero l’arte di potare gli alberi e le siepi creando forme inaspettate o regolari, di impianto geometrico o figurativo. La realizzazione di questi elementi non costituiva esclusivamente occasione di svago o luogo in cui esercitare l’ozio ludico del vivere in villa, ma rappresentava quasi un obbligo per i nobili proprietari della grande dimora signorile, chiamati al rispetto delle mode dell’epoca. La realizzazione di carpinete o di specifiche aree destinate all’esaltazione dell’arte topiaria costituiva un elemento tipico dei giardini all’italiana, caratterizzati dall’aspetto rigoroso e formale e dal controllo assoluto della natura.
Attualmente gli alberi che circondano le carpinete, e che contribuiscono alla creazione dello scenografico emiciclo e “Teatro delle otto prospettive”, sono potati “a ballerina”, ovvero con un taglio a sfere sovrapposte, dando così l’impressione che i rami e le foglie formino, appunto, il tutù di una danzatrice.
Le documentazione storica inerente il parco della villa, attribuisce l’ideazione del disegno arboreo e della carpineta al milanese Giovanni Gianda, un semplice amante delle scienze arboree e dell’architettura del paesaggio. L’impianto di questa scenografica area del parco, dunque, non sarebbe da scrivere ad un personalità altisonante della progettazione del paesaggio, ma ad una personalità minore della cultura lombarda, che avrebbe proposto e realizzato il progetto intorno agli anni venti del Settecento.