Stanza da letto color celeste e Stanza da letto gialla

 

La “Stanza da letto color celeste” e la “Stanza da letto gialla” originariamente costituivano un armonico e unico ambiente denominato “Sala dei Motti”. Esse assunsero la doppia denominazione a seguito dei lavori di trasformazione settecenteschi che portarono alla realizzazione di un tramezzo, all’abbassamento del soffitto e al rivestimento delle pareti con uno strato di scialbo.

Continua
I recenti interventi di restauro eseguiti nelle cosiddette “Sale nuove”, hanno contribuito a restituire a quest’ala del palazzo parte del proprio aspetto originario, rendendo possibile parzialmente il recupero delle decorazioni parietali eseguita ad affresco. Queste, per quanto lacunose, mostrano specchiature architettoniche a finto marmo, con eleganti cornici floreali, alternate a lesene con capitelli quadrangolari.
Alle pareti, inoltre, l’artista anonimo dipinge significativi mascheroni teatrali, festoni e stemmi della famiglia Arese.
Nella parte superiore della ex “Sala dei Motti”, ciò che resta di una cornice sporgente con decorazioni a conchiglia, mostra una serie di cartigli contenenti motti, oggi purtroppo quasi del tutto illeggibili. Due cartigli più grandi sono inoltre presenti al centro delle due pareti minori, circondati da ricchissime cornici sagomate e ornate di corone e festoni vegetali. Il tema di questi scritti è l’amore e può dunque essere letto con duplice accezione. Da un lato, infatti, potrebbe trattarsi di un generico omaggio alla produzione letteraria italiana, forse collegato all’educazione e agli studi compiuti in quegli anni dal giovane Giulio II Arese o alla trasformazione di questi ambienti in biblioteca, e, dall’altro lato, potrebbe rappresentare un omaggio postumo al ragazzo, morto nel 1665.