La “Sala della Monarchia” deve il suo nome all’affresco collocato nel medaglione centrale del soffitto. Questo è attribuito al pittore Giuseppe Doneda detto il Montalto (1609-1680 circa.) e raffigura un’allegoria della Monarchia spagnola, evidenziata da una ricca cornice a stucco con teste di angioletti, riferibile allo scultore comasco Giovanni Battista Barberini.
Il forte desiderio della famiglia Arese di connotare i cicli pittorici con una vigorosa impronta politico-figurativa, suggerisce di identificare l’affresco come una dichiarazione di fedeltà alla corona spagnola che, per ritornare al suo grande splendore, necessita dell’amicizia e della fedeltà delle famiglie nobili lombarde e del senato milanese. Per questa ragione la donna raffigurante la Spagna nell’affresco, rappresenta il ritratto di Marianna d’Austria, consorte del re di Spagna Filippo IV d’Asburgo e madre di Carlo II, che secondo alcuni studiosi potrebbe essere raffigurato nel giovane fanciullo con l’abito verde che la accompagna. È a lui, quindi, che è affidato il compito di far risorgere la corona spagnola e di riportare idealmente in Europa il buon governo, la pace e la giustizia, raffigurata dalla dea seduta tra le nuvole.
Secondo altri studiosi è, invece, più probabile che il bambino identifichi Giulio II Arese, le cui ali dello stemma nobiliare sono trattenute saldamente tra le mani dagli angeli armati che sopraggiungono al fianco della dea. L’affresco sembrerebbe dunque suggerire un monito ai nobili che frequentavano il palazzo a cui la famiglia Arese rammenta la propria forza, rappresentata dalle armi trattenute dagli angeli, e messa al servizio del regno spagnolo, destinato a ritornare ai grandi fasti perduti grazie all’appoggio della nobiltà milanese.
La volta che circonda il dipinto è ornata da un decoro settecentesco, oggi purtroppo molto rovinato, con cornici a “pergamena”, figure di putti e vasi di fiori, probabilmente commissionato da Renato III Arese Borromeo dopo la morte del padre Giovanni Benedetto avvenuta nel 1744. In precedenza le lunette contenevano una serie di ritratti ottagonali raffiguranti alcune principesse europee, oggi conservati al Palazzo Borromeo dell’Isola Madre e riproposte in copia dall’associazione “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo”.