15 luglio 1976: i primi provvedimenti

8s 15 luglio 1976 i primi provvedimenti (1) 1-19

Dopo le prime verifiche effettuate il 12 luglio, nel corso delle quali l´ufficiale sanitario supplente non aveva rilevato alcun danno alle persone ma solo la bruciatura delle piante investite dalla nube, il 15 luglio Uberti accertò i numerosi casi di intossicazione e raccomandò alle autorità di prendere urgentemente “immediati provvedimenti per tutelare la salute della popolazione”.

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I sindaci dei due comuni dovevano:
1) delimitare la zona con paletti recanti la seguente dicitura: “Comuni di Seveso e Meda. Attenzione. Zona infestata da sostanze tossiche. Divieto toccare o ingerire prodotti ortofrutticoli, evitando contatti con vegetazione, terra ed erbe in genere”;
2) avvisare, mediante manifesto, la popolazione di non toccare assolutamente né ortaggi, né terra, né erba, né animali della zona delimitata e di mantenere la più scrupolosa igiene delle mani e dei vestiti, usando l´acqua come migliore detergente.
In attesa di ulteriori comunicazioni “da parte dei laboratori della ditta ICMESA”, su come agire e sulle eventuali norme di profilassi da prescrivere, l´ufficiale sanitario supplente si riservava di ordinare l´evacuazione della zona interessata.
Lo stesso giorno della comunicazione di Uberti, i sindaci di Seveso e Meda dichiararono la zona del quartiere di San Pietro limitrofa all´ICMESA infestata da sostanze tossiche e, recependo quanto prescritto dall´ufficiale sanitario, vietarono alla popolazione di toccare ortaggi, terra, erba e animali della zona delimitata e prescrissero di mantenere la più scrupolosa igiene delle mani e dei vestiti.