Gli scaloni delle Ville Gentilizie

Atene, Areopago, particolare della scalinata d’accesso
Atene, Areopago, particolare della scalinata d’accesso.

La funzione e l’utilizzo della scalinata nella storia dell’architettura è rintracciabile sin dalle epoche più antiche, quando sequenze di scalini alternate a pianerottoli, spesso disposti in posizione angolare, vennero utilizzate nei lussuosi palazzi reali orientali per raggiungere gli ingressi dei templi o per scendere all’interno di strutture ipogee. Con l’epoca greca e romana l’uso delle scale, attentamente e sapientemente studiate, divenne assai più diffuso, anche in ragione dell’edificazione dei grandi anfiteatri, teatri e circhi di epoca imperiale, nei quali si doveva garantire il deflusso rapido e ordinato di una gran parte del pubblico. Con l’evoluzione dell’ingegneria e delle tecniche costruttive romane l’edificazione di scalinate e gradini subì un radicale mutamento capace di rispondere anche alle nuove necessità connesse alla variazione tipologica delle architetture, passando da gradinate realizzate con materiali poveri (es. terra battuta, laterizi, ecc.) a più durature strutture in pietra e marmo. Ampie scalinate furono dunque impiegate per raggiungere luoghi simbolicamente importanti o ambienti di rappresentanza legate anche alla ritualità di avvicinamento alle sale destinate alla visione e colloquio con l’imperatore.
Durante il Medioevo le scalinate furono essenzialmente relegate a funzioni di servizio con uno scarso impiego negli edifici privati, mentre con l’avvento dell’epoca rinascimentale questo elemento fu ampiamente ripreso e ingentilito nel suo aspetto decorativo. Ricollegandosi agli esempi classici romani, gli scaloni rinascimentali si adeguarono alle nuove tipologie architettoniche dei palazzi, differenziandosi tra scale nobili, caratterizzate da ricche decorazioni marmoree e pittoriche di accompagnamento, e scale secondarie, più legate a funzioni pratiche.

 

Castellazzo di Bollate, Villa Arconati, particolare dello Scalone d’onore (Fototeca ISAL, fotografia di Ferdinando Zanzottera)
Castellazzo di Bollate, Villa Arconati, particolare dello Scalone d’onore (Fototeca ISAL, fotografia di Ferdinando Zanzottera).

Con il Seicento e il Settecento, infine, gli scaloni monumentali assunsero un’importanza fino ad allora mai raggiunta prima, configurandosi nella forma di grandiose scale doppie, scale ellittiche, piuttosto che ornate da fantasiosi elementi decorativi scolpiti e dipinti. Ancora oggi gli esempi di scaloni che collegano i piani terra ai piani nobili delle ville di delizia, costituiscono ambienti monumentali e dalla storia complessa, in quanto inevitabilmente coinvolti nelle modifiche strutturali che spesso hanno caratterizzato la storia di ville e dimore nobiliari nel corso dei secoli.
Presso Villa Arconati a Castellazzo di Bollate, lo scalone d’onore, illuminato da due grandi finestre, è composto da due rampe di bassi gradini in pietra con una balaustra lavorata a motivi mistilinei. Il volume dello scalone e il soffitto sono interamente affrescati a trompe l’oeil, con raffigurazioni mitologiche del carro del Sole, stemmi nobiliari e finte architetture dipinte di grande realismo e profondità prospettica. Le medesime insegne familiari si possono ritrovare nella balaustra dello scalone, realizzata in pietra di Viganò dallo scalpellino Pietro Pirovano nel 1749.

 

Limbiate, Villa Pusterla, particolare dello Scalone d’onore (Fototeca ISAL-BAMS Photo Rodella)
Limbiate, Villa Crivelli Pusterla, particolare dello Scalone d’onore (Fototeca ISAL-BAMS Photo Rodella).

La stessa scelta di materiali duraturi e la realizzazione di una balaustra continua riccamente scolpita con gusto tardo rococò, fu compiuta anche per lo Scalone d’onore edificato all’estremità nord orientale di Villa Crivelli Pusterla a Limbiate. Esso fu progettato da Francesco Croce nell’ambito dell’ampliamento dell’antica villa voluto dai nuovi proprietari, al passaggio del complesso nobiliare dalla famiglia Arconati alla famiglia Crivelli. Sebbene appartato e relegato ad una posizione secondaria nella scansione dei volumi interni dell’edificio, lo scalone è attentamente studiato per rispondere alla ritualità del vivere in Villa, e a una contenuta coreografia dell’accogliere.
In ferro battuto si presenta invece la balaustra dello scalone sud-ovest di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, che congiunge l’estremità meridionale del portico a numerosi ambienti del piano nobile. Anche qui la decorazione parietale ad affresco, divisa su più livelli, raffigura una ricchissima serie di stemmi nobiliari e costituisce un’interessante testimonianza dell’araldica lombarda, affermando l’importanza raggiunta da numerose famiglie signorili che vennero a contatto con la realtà cesanese.

 

Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo, particolare della decorazione pittorica dello Scalone d’accesso al piano superiore raffigurante un contadino con in mano un forcone a due rebbi (Fototeca ISAL)
Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo, particolare della decorazione pittorica dello Scalone d’accesso al piano superiore raffigurante un contadino con in mano un forcone a due rebbi (Fototeca ISAL).

Sul lato meridionale è inoltre raffigurata una finestra dipinta dalla quale si affaccia un contadino con in mano un forcone a due rebbi e un cappello a cencio: esso potrebbe rappresentare proprio il padrone di casa che accoglie chi sale le scale, e pur mostrandosi in abiti contadini non rinuncia a sottolineare il suo potere di governo, qui rappresentato dal forcone, al quale tutti sono tenuti all’obbedienza.

Questa figura si connette direttamente alla raffigurazioni sei-settecentesche dei cosiddetti “tipi” umani (personaggi reali), frequentemente dipinti nelle residenze nobiliari lombarde, inseriti all’interno di narrazioni familiari solenni per collegare le raffigurazioni della gloria della propria casata alla realtà quotidiana, non senza un sottile gusto ironico dalle potenzialità illusionistico-pittoriche. Un tema ripreso anche in Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate dove, proprio sul fronte opposto all’imponente scalone d’onore che conduce al piano nobile e alla “Sala della Musica”, è stata dipinta l’immagine di una popolana, che oggi compare pienamente leggibile in un lacerto ad affresco.

 

 

 

 

 

Per ulteriori approfondimenti tematici sugli Scaloni delle Ville Gentilizie afferenti al sistema:

 

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Scalone d’onore
Villa Crivelli Pusterla
Scalone
Villa Arconati
26CE Scalone d’accesso al piano superiore (1)
Scalone d’accesso al piano superiore o Scala di Ferro
Palazzo Arese Borromeo.