Il “Teatro Grande”, detto anche “Teatro delle Quattro Stagioni” e, nel Settecento, “Teatro delle Otto Prospettive”, è una scenografica area del parco pertinenziale della villa dotata di sculture nascoste e valorizzate da nicchie vegetali e corridoi prospettici creati sagomando e piantumando la vegetazione. Al centro del teatro è collocata una fontana costituita da un’ampia vasca in serizzo di cinque metri e mezzo per tre, al centro della quale è posto un articolato e pregevole gruppo scultoreo.
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Quest’ultimo è costituito da due delfini in marmo bianco, con le code intrecciate, che sorreggono una vasca di minori dimensioni a forma di conchiglia, decorata con quattro mascheroni antropomorfi dalle cui bocche uscivano getti d’acqua.
La pavimentazione alla base è composta da ciottoli di fiume di colore nero e bianco, che creano motivi geometrici. Attorno alla fontana sono collocate dodici statue, la cui distanza rispetto al baricentro geometrico del teatro è stata stabilita in funzione delle menzionate prospettive vegetali e degli effetti scenografici che si sono voluti creare. Purtroppo questo complesso figurativo, che è il risultato della compenetrazione dell’arte scultorea con la geometria e l’arte topiaria, non è mai stato adeguatamente studiato e sono molte le lacune documentarie che lo interessano. Anche figurativamente è molto complesso stabilire con esattezza il soggetto di ciascuna scultura e, ancor più confusa, appare oggi la determinazione di una convincente lettura iconologica e iconografica dell’intero apparato. Tra le statue, tuttavia, è possibile riconoscere: una donna velata con in mano un calice; una ninfa seduta con un cestino di cibo in grembo; una donna che alza il braccio al cielo nell’atto di cogliere qualcosa e una giovane con in braccio un bimbo. In lontananza si scorge invece: un vecchio seduto su una base rocciosa ‘affiancato’ da una giovane donna con una colomba in mano; una figura femminile che mangia del cibo da una ciotola; un uomo seduto che tiene una cornucopia; una donna sorridente con dei fiori in mano; un uomo affiancato da un cane; una figura maschile seduta e, infine, una donna stante.
Dalla fontana centrale ha origine la “Scala dei draghi”, così chiamata per le due sculture sommitali posizionate ai lati della scalinata. Questi sono mostri con corpo di serpente, zampe anteriori e ali. Dalle loro bocca sputavano zampilli d’acqua che un tempo scendevano a cascata in tre vasche a forma di conchiglia, per finire in un bacino rettangolare posizionato ai piedi della scalinata. I cinque scalini, ampi e di piccola altezza, sono decorati con lo stesso acciottolato di fiume che circonda la fontana centrale.