Sala Neogotica

22D Sala neogotica (3)

 

Tra gli ambienti più suggestivi dell’intera villa di delizia di Desio si annovera certamente la “Sala Neogotica” situata al piano terra, raggiungibile attraverso la “Sala Neo Rococò”. Caratterizzata da tappezzerie, intagli in legno e affreschi che contribuiscono a ricreare una sognante atmosfera medievale, essa costituisce l’ambiente di più chiara impostazione eclettica presente all’interno del complesso e che più soddisfò le esigenze e il gusto dei coniugi Traversi, che la utilizzarono come sala da pranzo intima e privata.

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La stanza, di ridotte dimensioni, è resa calda ed accogliente dalla boiserie in legno e dalla tappezzeria in seta rosso scuro, che valorizzano cromaticamente gli intrecci geometrici bianchi, grigi e marroni presenti sul pavimento realizzato a mosaico in seminato veneziano. La sua decorazione fu affidata intorno agli anni Quaranta dell’Ottocento ad artisti del calibro del maestro vetraio Giuseppe Bertini e del mosaicista Baldassarre Macchi, mentre non esistono notizie circa il nominativo dell’artigiano che eseguì gli intagli lignei, terminati nei primi mesi del 1845. La documentazione archivistica presente nel “Fondo Antona Traversi” di Meda segnala che l’incarico della decorazione pittorica della volta fu affidato in un secondo momento, intorno al 1850, al pittore Mauro Conconi, zio del più noto architetto, incisore e pittore scapigliato Luigi Conconi.
Attentamente restaurato dopo il 1990, l’ambiente è inoltre ornato con motivi scultorei in legno tratti dal vocabolario dell’arte gotica (false finestre ogivali sullo stile delle vetrate di antiche cattedrali, sottili colonne e pilastrini e fasce a rosoni trilobati), che impreziosiscono la decorazione delle pareti e del soffitto. Tali elementi architettonici neogotici sono movimentati da aggiunte fantasiose quali, ad esempio, ampie specchiere e sculture di topolini che corrono lungo le cornici.
Il soffitto è percorso per gran parte della superficie da ramificazioni dei pilastrini in legno che percorrono in altezza le pareti, le quali si aprono a ventaglio negli angoli e disegnano elaborate e geometriche cornici goticheggianti su fondo oro sul resto della superficie del soffitto. Altre cornici definiscono invece una serie di spazi nei quali sono dipinte le allegorie delle quattro stagioni, eseguite con chiaro riferimento allo stile romantico. Esse sono raffigurate come quattro figure femminili rispettivamente impegnate a raccogliere fiori (la Primavera), a riposare tra fasci di spighe (l’Estate), a staccare un acino d’uva da un grappolo sulla vite (l’Autunno) e a scaldarsi presso un fuoco (l’Inverno). Nel medaglione centrale è invece raffigurato un soggetto mitologico, fortemente scorciato e visto dal sotto in sù quasi si trattasse di un reale oculo aperto tra le nuvole olimpiche: nella scena è dipinto il dio Mercurio che consegna un bambino, il piccolo Dioniso-Bacco, al suo futuro tutore Sileno, figlio del dio silvestre Pan, circondato dalle ninfe dei boschi. Nella sala, inoltre, sono presenti ariosi fondi celesti e ulteriori medaglioni dipinti che raffigurano angeli e putti con in mano alcuni attributi caratteristici dei quattro elementi (Terra, Aria, Acqua e Fuoco).
In origine nella sala si trovavano anche le preziose vetrate di Giuseppe Bertini che rappresentavano i grandi poeti della letteratura medievale italiana e le loro donne, quali Dante e Beatrice e Petrarca e Laura. Dopo la cessione del villa al Comune questi vetri entrarono nelle collezioni di Gian Giacomo Poldi Pezzoli e oggi sono ancora conservate nella Casa-Museo di via Manzoni a Milano.
Sulla parete sinistra della sala è possibile notare un dettaglio dell’impianto di riscaldamento con la bocchetta per la diffusione dell’aria calda, proveniente da un impianto centralizzato a caldaia collocato nei sotterranei. Il sistema di riscaldamento serviva non soltanto l’abitazione ma anche le serre per la coltivazione di piante esotiche.