Platano

41D Platano (1)

 

Il platano fu coltivato nei parchi delle ville di delizia all’inizio dell’Ottocento per commemorare la nascita del figlio di Napoleone e non è quindi raro trovarne degli esemplari nel territorio lombardo. Non fa eccezione il giardino di Villa Cusani Tittoni Traversi, in cui l’impiego di platani è documentato anche in termini archivistici nel XIX secolo.

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Tra il fitto fogliame del bosco che caratterizza l’impianto del giardino romantico inglese, ideato dal paesaggista Antonio Villoresi nella prima metà dell’Ottocento, si può facilmente scorgere questi esemplari robusti e maestosi dalla chioma a cupola, dai grossi rami contorti e dalla caratteristica corteccia maculata che ricorda la mimetica di una divisa militare.
Il colore così particolare della ‘scorza’ si può facilmente spiegare dal fatto che il tegumento si sfalda facilmente staccandosi dalla pianta e ciò consente all’albero di non rimanere soffocato da uno strato di fuliggine solforosa presente oggi nell’atmosfera inquinata delle città.
L’albero, appartenente alla famiglia delle Platanaceae, fu introdotto in Italia attraverso alcuni commerciati di Creta, in Grecia, nella quale era molto diffuso ed apprezzato per la sua ombra straordinaria, dovuta all’estensione dei suoi rami che si aprono a raggiera, e alle foglie. Queste, infatti, sono ampie e frastagliate in cinque lobi molto appuntiti, che le fanno vagamente assomigliare al palmo di una mano aperta. Tale caratteristica ne ha ispirato il nome perché in greco, platus, da cui deriva platanos, significa largo, piatto.
Si tratta di piante monoiche; i cui fiori, riuniti in capolini, differiscono per la posizione in cui crescono sulla pianta e per il colore: quelli femminili, di colore rosso, crescono all’estremità del ramo, mentre quelli maschili, piccoli e verdi, crescono anteriormente ai primi. I Romani, come i Greci, sostenevano che i capolini, presi col vino, erano un antidoto contro il veleno dei serpenti e degli scorpioni.
I frutti globosi non cadono ma rimangono sospesi sull’albero durante l’inverno, facendo assomigliare la pianta ad un addobbato albero di Natale.
Nel parco di Villa Cusani Tittoni Traversi alcuni esemplari di platano misti ad altre essenze caducifoglie allietano i visitatori che possono sostare e riposarsi all’ombra delle loro fronde seduti su panchine di pietra. La disposizione dei platani a Desio ricorda la prima Accademia platonica, ad Atene, dove filosofi, scrittori e artisti amavano conversare. Questi rivaleggiano con altri esemplari di questa essenza arborea presenti in numerose ville di delizia lombarde, tra le quali degno di nota è lo splendido platano presente a Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, posto tra il Ninfeo e le Serre in stile Liberty.
Entrambi gli esemplari, quelli di Desio e Lainate, non possono tuttavia competere con il più famoso platano al mondo che si trova nella famosa città di Cos, nell’isola al largo della costa turca. I rami enormi sorretti da colonne antichissime, coprono tutta la piazza mentre il tronco ha una circonferenza di 14 metri. Secondo una leggenda locale, Ippocrate, 2500 anni fa, avrebbe curato i suoi pazienti alla sua ombra.