Ara di epoca romana

Ara di epoca romana posta nella parte occidentale del giardino della villa (Fototeca ISAL)
Ara di epoca romana posta nella parte occidentale del giardino della villa (Fototeca ISAL)

Nella parte occidentale del giardino pertinenziale di Villa Cusani Tittoni Traversi è possibile ammirare ancora oggi una piccola ara romana in serizzo risalente al primo secolo d.C. Sebbene in uno stato di conservazione non ottimale, l’ara presenta un’ornamentazione a doppia cornice aggettante e due volute laterali nella parte superiore. Il pezzo, pressoché integro, ha rivelato un’iscrizione distribuita su tre righe, che significa “Il liberto Aminta a diritto scioglie volentieri il voto alle Matrone”.

Continua
Si tratta dunque di un ex voto dedicato alle Matrone, divinità preromane di probabile ascendenza celtica, legate ai cicli naturali e all’acqua. Il culto delle Matrone era una devozione popolare molto diffusa nelle zone rurali, come sottolineato anche dalla umile condizione del dedicante: Aminta, nome di origine greca, è un liberto, ossia uno schiavo liberato. Questo antico resto romano è l’unico rimasto nel parco, fra i tanti ritrovamenti archeologici che componevano la raccolta epigrafica dei Cusani che, tramite l’abate Carlo Amoretti, dal 1801 collezionarono, accumularono e talvolta disposero nella loro proprietà desiana. Una parte di questi vennero successivamente incastonati da Pelagio Palagi nelle mura della torre neogotica da lui progettata per Giovanni Traversi all’interno del giardino nei primi decenni del XIX secolo. Molti di queste opere furono acquistate negli anni Sessanta dal Comune di Milano che le riversò nelle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco, dove ancora oggi si trovano.
Malgrado la collocazione dell’ara, è evidente che non si tratti di un ritrovamento archeologico avvenuto in area desiana, poiché essa fu acquistata dai nobili Tittoni ben consci che si trattasse di un’opera rinvenuta a Galliano.