Peonia

Una peonia rosa nel contesto vegetale di Villa Crivelli Pusterla a Limbiate (Fototeca ISAL, fotografia di Anna Zaffaroni)
Una peonia rosa nel contesto vegetale di Villa Crivelli Pusterla a Limbiate (Fototeca ISAL, fotografia di Anna Zaffaroni)

La balconata che degrada verso il giardino attraverso una sequenza di terrazze a esedra che costituisce una delle caratteristiche principali dell’impianto visuale e scenografico di Villa Crivelli Pusterla, si arricchisce oggi di molte specie arbustive, tra cui il genere Paeonia. Questo comprende 33 specie di piante erbacee perenni e di arbusti rustici, appartenenti alla famiglia delle Paeoniaceae, delle quali solamente alcune sono presenti a Limbiate. Si tratta di una pianta bellissima che, per il suo splendore, è chiamata anche “rosa senza spine”.

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La peonia è stata ‘celebrata’ da molti poeti e letterati europei, affascinati dai suoi grandi fiori solitari, dalle cromie sfumate delle tonalità dei rosa, rossi, bianchi e gialli. Le peonie producono anche carnosi frutti costituiti da alcuni follicoli, ritenuti botanicamente interessanti. Sono piante che crescono con lentezza e possiedono una fioritura molto ricca, sebbene brevissima e limitata ai mesi di aprile e di maggio. I loro fiori spettacolari sono delicati, tanto che a volte basta un temporale violento per rovinarli irrimediabilmente. Nonostante ciò il loro fascino è enorme e le loro fioriture rappresentano uno dei più esaltanti spettacoli della primavera. La caratteristica principale delle peonie erbacee è quella di avere la parte aerea che muore durante l’inverno. I ricacci primaverili partono direttamente dal colletto delle radici, pochi centimetri sottoterra. Le radici carnose, che rappresentano il serbatoio di accumulo delle sostanze di riserva, permettono alla pianta di superare la stagione fredda senza danni. Le peonie erbacee, quindi, sviluppano tutti gli anni numerosi fusti che portano le foglie e bottoni florali sulla sommità.
Il tipo di crescita delle peonie arbustive, che in natura troviamo esclusivamente nelle zone montuose della Cina orientale, è differente. Esse, infatti, producono dei veri e propri rami legnosi sui quali in primavera spuntano i getti portanti foglie e fiori.
Le peonie arbustive, chiamate anche arboree o legnose, tendono a crescere verticalmente e orizzontalmente come tutti i cespugli, superando in alcuni casi le dimensioni di 2 metri di altezza e di diametro. La forma dei fiori può apparire diversa poiché si possono avere due o più giri di petali con gli stami in bella vista, oppure fiori meno compositi in cui gli stami sono stati completamente o parzialmente trasformati in petali. Nel primo caso si parla di essenze petaloidi e i fiori sono detti ad anemone. L’ultimo caso, invece, è caratteristico dei fiori doppi e più appariscenti.
La peonia si pensava un fiore dalle molte virtù curative ed era considerata un rimedio efficace contro la follia, tanto che in alcuni tratti di medicina dei secoli scorsi si può leggere: “Se si lega al collo di un matto dell’erba peonia, subito lo si vedrà rinsavire. E se la porterà con sé, il male non lo colpirà più”. Altri erboristi e farmacisti ne raccomandavano la radice per curare l’epilessia dei bambini, mentre i suoi semi venivano appesi in rudimentali collane al collo dei neonati per alleviare i dolori provocati dalla dentizione. Radici e petali combattevano l’asma e la gotta e ben presto la peonia divenne amuleto anche contro le tempeste.
Diversa da quella occidentale, che assomiglia ad una piccola rosa, la peonia asiatica è molto rigogliosa e nell’antica Cina, come in Giappone, nei secoli passati possedere peonie era privilegio esclusivo della famiglia imperiale e dei mandarini. Ancora oggi questa assenza arborea costituisce uno dei simboli floreali principali di nobiltà e raffinata eleganza, elementi che spiegano anche la loro diffusione nei giardini storici delle ville di delizia lombarde.