Palma (Trachycarpus fortunei)

Alcune palme racchiuse da una siepe di bosso presenti nell’antica Corte nobile di Villa Crivelli Pusterla (Fototeca ISAL, Fotografia di Anna Zaffaroni)
Alcune palme racchiuse da una siepe di bosso presenti nell’antica Corte nobile di Villa Crivelli Pusterla (Fototeca ISAL, Fotografia di Anna Zaffaroni)

Addentrandoci all’interno del giardino pertinenziale di Villa Crivelli Pusterla a Limbiate e superato il portico d’ingresso sul lato occidentale che collega le due torrette prospicienti l’edificio, si accede in quella che un tempo era considerata la corte nobile. Qui sono presenti alcune esotiche palme (Trachycarpus fortunei) dagli steli fibrosi e dalle coriacee foglie a ventaglio racchiuse da aiuole bordate da piccole siepi di bosso potate geometricamente.

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Il genere Trachycarpus appartiene alla famiglia delle palme Arecaceae. Si tratta di palme caratterizzate da un tronco ricoperto da dense fibre marroni (le vecchie guaine delle foglie) dal quale si sviluppano lunghi piccioli nella parte alta del tronco e le punte normalmente con l’età diventano pendenti. Queste portano ampie foglie a ventaglio segmentate per metà, caratterizzate da un aspetto lucido e una cospicua dimensione che può arrivare sino ad un metro.
Le Trachycarpus sono piante dioiche (raramente ermafrodite) con esemplari femminili ed esemplari maschili distinguibili anche per la tipologia di fioritura. I fiori, infatti, sono raggruppati in infiorescenze a pannocchia, pendenti, di colore giallo quella maschile, e verde quella femminile. La differente cromia attrae gli insetti favorendo, in questo modo, l’impollinazione e la sussistenza della specie.
I frutti nerastri sono raccolti in un grappolo e ciascuno contiene al suo interno un solo seme. La dispersione dei semi in natura avviene sia ad opera degli uccelli che mangiano le bacche, sia per caduta.
Le trasformazioni che hanno caratterizzato la proprietà storica di Villa Crivelli Pusterla e i continui adattamenti funzionali del giardini pertinenziali per modificate ragioni estetiche e curative, hanno portato alla creazione di aree spurie, nelle quali si mescolano specie esotiche, come le palme, con i tigli, essenze tipiche della pianura lombarda. I sentieri interni alla proprietà aperti al pubblico regalano ai visitatori scorci suggestivi, che confermano il glorioso passato del parco. Sedili in pietra per invogliare alla sosta e alla lettura, e frammenti di architetture distrutte o dimentiche, costituiscono lo scenario nel quale è possibile fare una vera esperienza del permanere di un glorioso passato, capace di mostrare, dietro cancellate in ferro battuto, solitarie esotiche presenze vegetali. Le palme sono piante a crescita lenta, molto resistenti, e molto ben adatte al nostro clima, tanto da essere divenute, talvolta, infestanti. Un esempio di crescita spontanea e di adattamento di questa specie arborea è costituito dalla presenza di un piccolo esemplare cresciuto nell’incavo di un imponente platano che si trova all’interno dell’originario giardino formale ottocentesco.