L’esposizione museale permanente inaugurata nel dicembre del 2012 nelle sale di Villa Visconti Borromeo Litta, raccoglie materiali e oggetti che hanno fatto la storia della stampa tipografica nei secoli, a partire dall’invenzione dei caratteri mobili.
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Tale procedimento di stampa fu inventato dal tedesco Johannes Gutemberg nel 1455 e consisteva nell’allineare i singoli caratteri (blocchetti che recano in testa la rappresentazione a rilievo e a rovescio delle lettere dell’alfabeto) in modo da formare una pagina di testo, che veniva poi cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta o di pergamena, così da ottenerne la stampa. L’innovazione di tale tecnica consistette nella possibilità di poter riutilizzare i caratteri per più stampe successive e diverse l’una dall’altra, con la semplice ricomposizione differente delle lettere. Fino ad allora, infatti, il metodo più utilizzato era quella della stampa xilografica, in cui la matrice del testo veniva ricavata incidendo un unico pezzo di legno, che dunque poteva essere impiegato per stampare sempre e solo la stessa pagina. Il primo libro stampato fu la cosiddetta “Bibbia a 42 linee”, ovvero con 42 righe per pagina divise su due colonne.
L’innovazione fu tale che nell’arco di soli cinquant’anni furono stampati più di trentamila titoli, con una tiratura superiore ai 12 milioni di copie in tutta Europa. In Italia la stampa tipografica iniziò ad essere utilizzata a partire dal 1465, presso il monastero di Subiaco, nel Lazio, grazie all’operato di alcuni stampatori provenienti dalle città tedesche di Colonia e Magonza.
Nelle sale del Museo sono visibili un torchio del 1840 di fabbricazione inglese, differenti macchine a pedale e semiautomatiche per la stampa tipografica e strumenti necessari allo svolgimento della professione di stampatore. Tra questi, svariati tipi di caratteri mobili in piombo, legno, plastica e una particolare lega metallica composta da piombo, stagno e antimonio. Uno spazio è poi dedicato alla fotografia attinente la stampa, tramite l’esposizione di antiche macchine e strumenti per la fotoriproduzione. Oltre a questi oggetti, in mostra sono raccolti i materiali impiegati per la composizione e stampa dei manifesti del Teatro alla Scala di Milano, alcuni volumi dedicati alla storia della stampa e numerose fotografie delle numerose stamperie presenti sul territorio comunale, dalla donazione delle quali si è costituita gran parte della collezione ivi esposta.
L’innovazione fu tale che nell’arco di soli cinquant’anni furono stampati più di trentamila titoli, con una tiratura superiore ai 12 milioni di copie in tutta Europa. In Italia la stampa tipografica iniziò ad essere utilizzata a partire dal 1465, presso il monastero di Subiaco, nel Lazio, grazie all’operato di alcuni stampatori provenienti dalle città tedesche di Colonia e Magonza.
Nelle sale del Museo sono visibili un torchio del 1840 di fabbricazione inglese, differenti macchine a pedale e semiautomatiche per la stampa tipografica e strumenti necessari allo svolgimento della professione di stampatore. Tra questi, svariati tipi di caratteri mobili in piombo, legno, plastica e una particolare lega metallica composta da piombo, stagno e antimonio. Uno spazio è poi dedicato alla fotografia attinente la stampa, tramite l’esposizione di antiche macchine e strumenti per la fotoriproduzione. Oltre a questi oggetti, in mostra sono raccolti i materiali impiegati per la composizione e stampa dei manifesti del Teatro alla Scala di Milano, alcuni volumi dedicati alla storia della stampa e numerose fotografie delle numerose stamperie presenti sul territorio comunale, dalla donazione delle quali si è costituita gran parte della collezione ivi esposta.