Torre della cisterna e giochi d’acqua

27 Torre della cisterna e giochi d’acqua (9)

 

Collocata su una montagnola artificiale, la “Torre dell’Acqua” è collegata al giardino rinascimentale tramite rampe in ciottoli di pietra, a metà delle quali si colloca il “Grottino”, un piccolo ambiente con giochi d’acqua. Il serbatoio in rame della cisterna aveva capacità di oltre sette metri cubi d’acqua che, dopo 20 metri di caduta e attraverso una tubatura in piombo di oltre 900 metri, permetteva il funzionamento tramite appositi rubinetti dell’intero sistema delle fontane, dei mormorii, delle cascate e degli “scherzi” presenti in villa.

Continua
Il piacevole incanto dei “giochi d’acqua” non era dunque ottenuto tramite la forza idraulica di un torrente o di una cascata, come abitualmente accadeva negli “edifici di frescura” dell’epoca, ma utilizzava la forza meccanica di un pozzo, la cui acqua veniva prelevata da pompe aspiranti azionate da un cavallo che girava in circolo. Tale complesso meccanismo fu ideato dall’ingegnere militare Agostino Ramelli (1531-1608), ex protetto di Enrico III di Francia e autore di numerosi trattati su dispositivi meccanici ispirati alle sperimentazioni tecniche di Leonardo da Vinci. Egli progettò per il conte Pirro I Visconti Borromeo chilometri di tubi su una superficie di oltre 1000 metri quadrati: l’acqua fuoriusciva da appositi ugelli nascosti tra le pareti e nella pavimentazione, invisibili agli occhi dei visitatori, azionati sia dall’ignaro camminare degli stessi, sia dai “fontanieri”, che tramite apposite leve comandavano la fuoriuscita di spruzzi d’acqua improvvisi da loculi nascosti. Tali particolarissimi effetti vennero poi amplificati nella seconda metà del XVIII secolo con giochi di luci e fondali per volere del marchese Pompeo IV Litta, che operò imponenti lavori di ristrutturazione e abbellimento dei giardini e del Ninfeo. Le spettacolari caratteristiche scenografiche del complesso vennero mantenute attive fino all’acquisizione di Villa Visconti Borromeo Litta da parte del demanio pubblico nel 1866. Sarà solo nel 1932, con il passaggio della proprietà ad Alberto Toselli, che lo straordinario sistema idraulico ideato da Ramelli verrà recuperato, ripristinando la funzionalità dell’impianto dei giochi d’acqua.
La torre si presenta all’esterno arricchita da una graziosa balconata e da cellette con nicchie binate; in corrispondenza del grande terrazzo presenta tre finte porte dipinte con la tecnica del trompe l’oeil mentre nelle specchiature del secondo ordine permangono tracce di affresco rappresentanti forse le stagioni.