Le “Scuderie” di Villa Arconati si trovano all’interno della “Corte rustica”, la zona in cui abitavano i dipendenti agricoli e i fattori che lavoravano per la famiglia nobile proprietaria del complesso architettonico. Furono costruite da Luigi Maria Arconati, sposo e cugino di Maria, unica figlia di Galeazzo Arconati.
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Egli si occupò di riqualificare la zona che comprendeva il borgo circostante la grande villa e, in particolare, l’attuale “Corte Rustica”, dotando la nobile dimora di un’ampia scuderia coperta, la cui struttura architettonica appare molto elegante nelle proporzioni delle forme. Questo ambiente presenta un sistema di copertura basato su volte a crociera sostenute da colonne in pietra dal fusto liscio con capitello ionico. Conservatesi nei loro elementi essenziali, in esse sono ancora oggi visibili gli abbeveratoi e le mangiatoie che percorrono completamente i lati lunghi della sala. Accanto alle colonne si ergono alcuni elementi di inferiore altezza che, un tempo, servivano a legare le redini dei cavalli.
Sul fondo della sala un cancello in ferro serviva a delimitare lo spazio destinato al riposo dei cavalli, separandoli anche dalla parete conclusiva caratterizzata dalla presenza di un’imponente nicchia nella quale Luigi Maria Arconati volle inserire una fontana. Le “Scuderie” della villa, infatti, sono dotate di una singolare fontana, nella quale campeggia una scultura maschile raffigurante un uomo coperto da un perizoma di pelli, ai cui piedi giacciono un teschio e un animale marino assomigliante a un delfino. La fontana fungeva da risorsa idrica per la toilettatura dei cavalli e da abbeveratoio, e ancora oggi mostra parte del sistema idraulico che si concludeva con due distinte bocche d’acqua dalle quali dovevano fuoriuscire getti d’acqua che si andavano a raccogliere nella vasca rettangolare sottostante. Scenografico ed imponente, il gruppo scultoreo ritrae l’uomo nell’atto di avvicinare con aria stanca una mano al viso, e ben si armonizza con la nicchia che presenta una decorazione a conchiglia. La nicchia, inoltre, è sovrastata da un drappo e da un baldacchino sotto i quali è rappresentato, a rilievo, un articolato stemma araldico, nel quale sono ben riconoscibili il biscione visconteo con il bambino in bocca, e i cinque quadrati propri dell’emblema araldico della famiglia Arconati.
All’interno delle scuderie si possono oggi ammirare numerosi cannoni d’epoca, un tempo appartenenti all’arredo del Museo fatto costruire da Galeazzo Arconati.
Sul fondo della sala un cancello in ferro serviva a delimitare lo spazio destinato al riposo dei cavalli, separandoli anche dalla parete conclusiva caratterizzata dalla presenza di un’imponente nicchia nella quale Luigi Maria Arconati volle inserire una fontana. Le “Scuderie” della villa, infatti, sono dotate di una singolare fontana, nella quale campeggia una scultura maschile raffigurante un uomo coperto da un perizoma di pelli, ai cui piedi giacciono un teschio e un animale marino assomigliante a un delfino. La fontana fungeva da risorsa idrica per la toilettatura dei cavalli e da abbeveratoio, e ancora oggi mostra parte del sistema idraulico che si concludeva con due distinte bocche d’acqua dalle quali dovevano fuoriuscire getti d’acqua che si andavano a raccogliere nella vasca rettangolare sottostante. Scenografico ed imponente, il gruppo scultoreo ritrae l’uomo nell’atto di avvicinare con aria stanca una mano al viso, e ben si armonizza con la nicchia che presenta una decorazione a conchiglia. La nicchia, inoltre, è sovrastata da un drappo e da un baldacchino sotto i quali è rappresentato, a rilievo, un articolato stemma araldico, nel quale sono ben riconoscibili il biscione visconteo con il bambino in bocca, e i cinque quadrati propri dell’emblema araldico della famiglia Arconati.
All’interno delle scuderie si possono oggi ammirare numerosi cannoni d’epoca, un tempo appartenenti all’arredo del Museo fatto costruire da Galeazzo Arconati.