Prima sala in seguito al Vestibolo

14CE Prima sala in seguito al vestibolo (1)

 

Posto sul lato settentrionale della “Corte Nobile”, il Vestibolo era l’antico atrio del Palazzo riservato all’accesso degli ospiti e citato in tutti gli inventari dell’epoca come la prima area dell’edificio. Da questo ambiente era, infatti, possibile accedere sia ai quartieri di rappresentanza collocati al piano terra, che al piano nobile superiore, percorrendo un monumentale scalone, oggi non aperto al pubblico.

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La sala è caratterizzata da un’impostazione molto semplice e da un impianto planimetrico rettangolare voltato a crociera, e probabilmente costituiva una delle sale d’attesa prima di accedere ai sontuosi saloni di rappresentanza, agli appartamenti nobiliari o all’originale Ninfeo.
Questo ambiente, che affacciata direttamente sulla “Corte Nobile”, si configura come una piccola galleria dedicata ai seicenteschi ritratti della famiglia degli Arese, oggi conservati sullo scalone di Palazzo Borromeo sull’Isola Madre e riproposti qui in copia grazie a uno specifico progetto dell’associazione “Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo” che ha saputo unire sponsor privati e sponsor pubblici.
La decorazione della volta non presenta particolari affreschi, ma solo eleganti decori rococò ingentiliti dagli stemmi dei due rami della famiglia Borromeo Arese ed Erba Odescalchi.
L’opera maggiormente rilevante è costituita da un camino in pietra molera portato a Cesano Maderno negli anni Venti del Novecento da Guido Borromeo Arese, che lo ha qui trasportato dalla sua dimora milanese. Avulso quindi dal progetto iconografico-figurativo del palazzo, il camino è caratterizzato da un ricco fregio centrale e dal motto “Sol in exilio ignis” (“il fuoco è un sole in esilio”) posto sulla cappa. Esso, inoltre, presenta una ricca decorazione frontale con lo stemma degli Arese, che appare qui fiancheggiato dalle quattro virtù cardinali: la Prudenza, con in mano uno specchio con il quale si guarda le spalle; la Giustizia, che reca tra le mani spada e bilancia, a testimonianza della sua equità nel giudicare e punire; la Fortezza, con in mano la colonna, emblema del sostegno per definizione; la Temperanza, intenta a mescolare acqua fredda e calda con due brocche. Tra le virtù cardinali compaiono anche le allegorie della Fama, alata e con la duplice tromba, e della Pace, che reca in mano un ramo d’ulivo, entrambe rappresentate sedute a terra circondate da paesaggi naturali.
Completano l’impianto decorativo due cariatidi speculari che compaiono alle estremità del camino, dotato anche di due sedili mistilinei in pietra.