Loggia e terrazza

 

La “Loggia” costituisce uno degli elementi più qualificanti dell’intera “Corte Nobile” ed è costituita da una sequenza di tre doppie campate con archi sorretti da colonne e lesene doriche. La struttura è frutto del rinnovamento architettonico dell’ala sud-orientale eseguito in epoca settecentesca con lo scopo, tra l’altro, di collegare le stanze di Bartolomeo III Arese e quelle della moglie Lucrezia Omodei Arese, distinte secondo un uso tipicamente nobiliare degli spazi del palazzo.

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Il volume architettonico, aperto e arioso, presenta una decorazione pittorica costituita da finti partimenti architettonici collocati intorno alle porte e da raffigurazioni di putti collocati nei medaglioni delle volte che la coprono, chiaramente riferibili ai soggetti dipinti nella copertura della “Galleria delle Statue”. I temi legati alla gloria del casato e alla morte di uno dei suoi esponenti, il figlio Giulio II Arese, fanno propendere per una datazione di queste figure collocabile intorno al 1665 e per un’autografia che la critica riferisce molto vicina a Federico Bianchi (1635-1719), già attivo al piano terra del palazzo.
La decorazione delle sovrapporte è, invece, costituita da cornici mistilinee con timpano triangolare spezzato, che lascia spazio a busti scultorei dipinti secondo un modello già proposto nelle finte aperture della “Galleria delle Statue”. Sulla porta sud-ovest campeggia il busto del sovrano Carlo V, mentre su quella nord-ovest appare l’effigie dell’imperatore Ottaviano Augusto, creando così un diretto collegamento tra il più grande imperatore della cristianità e il fondatore dell’Impero romano, a sottolineare ancora un volta la fedeltà della famiglia Arese alla dinastia asburgica. Questi elementi dipinti, tuttavia, sono da riferire al ricco progetto iconografico degli imperatori romani e delle monarchie presenti nella facciata prospiciente al parco e nel sottoportico della stessa “Corte Nobile”, ancora pienamente da studiare. Le figure qui dipinte, inserite in finte decorazioni architettoniche, sono connesse anche con la “Sala dei Fasti romani”.
Particolarmente ricercato e suggestivo è l’impianto della decorazione delle volte affrescate, nelle quali ampie campiture celesti circondano i medaglioni ovali ed ottagoni centrali, nei quali campeggiano i menzionati putti svolazzanti. Queste risultano appositamente dipinte affinché, in alcuni orari serali, la volta dipinta si fonda con la volta celeste, creando un incantevole coinvolgimento emotivo nell’osservatore, un tempo chiamato a partecipare alla scena anche grazie ad un sapiente impiego di torce e lampade.