Le fotografie da cavalletto di Palazzo Arese Borromeo

50CE Le fotografie da cavalletto di palazzo Arese Borromeo (1)

 

Edificio di indiscusso valore storico, Palazzo Arese Borromeo è da anni al centro di progetti di catalogazione e rilievi fotografici che hanno visto susseguirsi nel tempo numerosi appassionati e fotografi professionisti.

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Oltre al Comune, tra i soggetti più attivi nella realizzazione di campagne unitarie, si annovera l’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda (ISAL) che, tra l’altro, nei suoi archivi conserva una piccola campagna fotografica realizzata dal Prof. Carlo Perogalli quando il palazzo era ancora abitazione privata (la prima campagna fotografica compiuta al momento dell’acquisto del palazzo da parte dell’Amministrazione Comunale) e la sequenza di immagini commissionata a Luca Andreoni sul finire degli anni Novanta. Si tratta di una complessa campagna fotografica costituita da fotografie a colori e stampe in bianco e nero, realizzata sotto l’attenta supervisione della direzione dell’Istituto. A questo patrimonio figurativo oggi si aggiungono i nuovi scatti fotografici commissionati da ISAL allo studio BAMS Photo Rodella nell’ambito delle attività del Sistema delle Ville Gentilizie.
Autori delle fotografie sono Basilio e Matteo Rodella che, dopo essersi confrontati con le necessità del progetto coordinato da Ferdinando Zanzottera, hanno operato in libertà, realizzando una copiosa serie di immagini in bianco e nero capaci di esprimere, nell’immediatezza delle istantanee fotografiche, il valore e la stratificazione storica propria dell’edificio.
I loro suggestivi scatti costituiscono un’indagine rigorosa delle forme degli ambienti interni ed esterni del palazzo, capaci di cogliere e raccontare, in maniera coinvolgente, il valore delle ombre e delle luci sulle singolari geometrie e architetture aresiane. Le riprese di colonne, paraste, capitelli, rastrelliere di nobili cavalli e particolari di antiche sculture ancora esistenti nell’edificio, sono dunque frammenti di un percorso personale degli artisti-fotografi, che hanno impresso nella carta baritata la realtà osservata, restituita attraverso un’individuale interpretazione della nobile dimora in un inedito racconto figurativo del palazzo stesso. Queste immagini non mostrano la seicentesca villa di delizia briantea, ma la narrano (= far conoscere raccontando) come preziosi tasselli di una realtà criticamente osservata attraverso l’apparecchio fotografico. Le immagini di Basilio e Matteo Rodella, infatti, costituiscono la silente rappresentazione di ‘verità accadute’ che richiamano ciascuno di noi a rapportarci con un patrimonio culturale da tramandare ai posteri.
Ben lungi dall’essere un mero esercizio tecnico ed estetico sulla luce e sulle forme di placidi muri affrescati, questa nuova serie fotografica attesta la capacità di cogliere la densità della vita che tra queste mura si svolge da secoli. Esse, inoltre, aiutano a comprendere il valore dell’arte fotografica e si offrono come momento di riflessione sul significato di fare arte e dell’estrema necessità, che ogni uomo ha, di fare memoria e di contemplare il bello.