Villa Bianca

Villa Bianca è un edificio a carattere residenziale costruito nel 1936 per un facoltoso committente, su un terreno piuttosto ampio, lontano dalla città, lungo il percorso che collega Como a Milano.
La struttura del fabbricato è un prisma, caratterizzato da asimmetrie e dissonanze.

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Al contrario della villa progettata da Terragni a Rebbio (1936-37) l’esito è inverso: il volume è in basso, quasi staccato, aggettante sulla piattaforma ancorata al suolo, mentre in alto svetta la veletta che sembra disarticolata, libera come un autonomo elemento che solo in qualche punto denuncia il legame strutturale con l’edificio sottostante. Poi la scala, il balcone centrale e le finestre; tagli nella superficie muraria con gli infissi appena sporgenti.
Diversamente dalle soluzioni adottate in edifici contemporanei, la struttura dell’edificio non si basa su una griglia di pilastri e travi ma su murature portanti, “ritagliate” per aprirvi finestre a nastro e vetrate. Solo in copertura compaiono esili pilastri, sormontanti le murature a sostenere le piastre orizzontali, forse elementi di maggiore caratterizzazione dell’edificio.
Dopo aver subito nel corso degli anni alterne vicende, che ne avevano provocato un progressivo e profondo degrado, a metà degli anni ’90 la Villa Bianca venne acquistata da una famiglia di imprenditori locali ai quali va il merito di averla riportata all’originario splendore mediante un intervento di recupero costoso e delicato. Lo Stato Italiano, riconoscendo l’importanza ed il valore storico della costruzione, ha assegnato alla Villa Bianca la qualifica di Monumento Nazionale.