Tiglio

56CE Tiglio (2) fontana con sfondo di tigli

 

Nel vasto giardino del nobile Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno la parte conclusiva del parterre di carpini e tassi, culmina in una area prativa che anticipa una vasca ovale e la retrostante raffinata fontana a gradoni di gusto romano.

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Questa è posta in asse con la “Loggia” del palazzo, decorata da due sculture di cammelli, ed è conclusa da un bacino in cui l’acqua si raccoglie per filtrare sottoterra fino ad una grande peschiera antistante. Attualmente questo piccolo canale artificiale è contornato da esemplari imponenti di tigli dalle foglie cuoriformi e dall’inconfondibile profumo che emanano i loro fiori. Le foglie di colore verde intenso sulla pagina superiore e con margine seghettato, e spesso leggermente asimmetriche, sono alternate con ciuffi di peluria arancione alle biforcazioni delle nervature sulla pagina inferiore. Esse sono spesso rese lucide e appiccicose dagli escrementi zuccherini (melata) secreti dagli afidi.
I fiori sono pendenti in peduncoli di sette od otto elementi fiorali terminanti allo stesso livello e portati da lunghe brattee verde chiaro simili a foglie. Contengono una sostanza mucillaginosa e degli oli essenziali, i quali, essiccati all’ombra, vengono utilizzati per preparare tisane calmanti, emollienti e diuretiche.
I frutti globosi e privi di qualsiasi peluria pendono da ciascuna brattea e una volta maturi utilizzano questa specie di lamina per essere dispersi dal vento. Da essa deriva il nome Tilia, dal greco ptilon, (= ala, penna leggera) a ricordare la caratteristica brattea portante l’infiorescenza.
Il fogliame del tiglio crea in questo giardino un piacevole contrasto cromatico con il verde cupo dei tassi sempreverdi.
Il lungo cannocchiale prospettico nella parte più lontana del Palazzo Arese Borromeo, invece, termina verso un’area boschiva e la geometria arborea creata dall’uomo si perde in un armonico connubio di essenze ad alto fusto caducifoglie. Qui, passeggiando tra i vialetti, si gode di una piacevole frescura e penombra che le piante presenti offrono al visitatore, il quale può sollecitare la vista osservando oltre ai già citati tigli, le fioriture candide degli ippocastani (Aesculus hippocastanum), che si tingono man mano di rosa lasciando poi spazio alle lucide castagne, e le grandi foglie a cinque lobi e corteccia maculata dei platani (Platanus sp.). Inoltre, si possono ancora studiare varietà di rovere (Quercus petraea) e di farnia (Quercus robur), tipiche rappresentanti delle foreste primigenie che un tempo caratterizzavano le pianure lombarde.