Approfondimento sull’ex ospedale psichiatrico: la decisione di edificare un manicomio a Limbiate

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L’idea di edificare un grande Ospedale Psichiatrico per ospitare i pazienti affetti da malattie mentali provenienti dalla provincia di Milano e dal tessuto urbanizzato della Lombardia ebbe una lunga gestazione nel corso della prima metà del XIX secolo.

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Numerosi furono i politici, gli amministratori, gli uomini di cultura e gli alienisti che si occuparono di questo progetto, tra cui spicca per importanza e notorietà il dott. Luigi Verga, già direttore del manicomio della Senavra. Scartate differenti ipotesi, tra le quali la realizzazione di un grande manicomio a Desio, fu individuata quale sede ideale Villa Crivelli Pusterla a Mombello (Limbiate), che, rispetto ad alcune altre soluzioni ipotizzate, presentava il vantaggio di possedere edifici da utilizzare immediatamente, trasformando in manicomio la sontuosa villa nobiliare, nella quale, come noto, soggiornò anche Napoleone Bonaparte per alcuni mesi, in attesa di poter edificare nuovi padiglioni. La Deputazione Provinciale, che aveva assunto l’onere economico della costruzione del nuovo manicomio prima dell’obbligo imposto dalla legge nazionale del 1865, puntava a far diventare Mombello struttura sanitaria provinciale, e non a considerarla come succursale dell’ospedale psichiatrico della Senavra. In questo progetto la Deputazione trovava una grossa opposizione in importanti ed influenti alienisti, tra i quali Castiglioni e Biffi, sempre in attesa dell’edificazione di un grande manicomio centrale a Desio. E forse, anche per questa ragione, proprio a Castiglioni venne affidato il compito di adattare Villa Crivelli Pusterla alle nuove necessità, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di ingegneri e architetti funzionari interni dell’amministrazione pubblica.