Lungo la quinta alberata di pioppi cipressini, impiantata a seguito della recente sistemazione del giardino, si eleva il “Padiglione della voliera”, o “Uccelliera”, pressoché centrale lungo il lato settentrionale. Questo fu edificato nella seconda metà del Seicento in asse con il percorso trasversale che corrispondeva al limite seicentesco del parterre di aiuole quadrangolari.
L’edificio a pianta quadrata possiede equilibrate proporzioni e si eleva a doppia altezza con la conclusione di una copertura a padiglione, al di sotto della quale vi è la travatura lignea.
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Monumentale è la facciata rivolta al parco, nella quale il progettista impiegò una colta soluzione architettonica a serliana. Qui egli inserì due colonne ioniche, poste su un basso basamento, affiancate da altrettante lesene poggianti sul medesimo supporto, unite a coppie da un cornicione mistilineo. Da questo si diparte una semplice cornice a sottolineare l’arco a tutto sesto che sormonta i fusti delle colonne, affiancato da due semplici aperture rettangolari. Nella muratura interna, invece, si aprono grandi lunette oggi sprovviste di reti e gabbie metalliche.
Echi della tradizione manierista, che rimandano ai più eclatanti casi romani delle Uccellerie di Palazzo Farnese sul colle Palatino e di Palazzo Medici sul Pincio, sono qui presenti e trasfigurati nel solco monumentale dell’architettura, celebrata manifestazione di gigantismo per uno spazio pertinenziale certo ludico ma, non di meno, affine alle contingenti esigenze di approvvigionamento per una mensa ricca di piccoli e succulenti uccelletti. Questo ambiente, dunque, era connesso direttamente alla ritualità conviviale aresiana, ben nota nella nobiltà milanese e lombarda, nella quale non potevano mancare sontuosi ‘banchetti alla moda’ per festeggiare la presenza di amici od ospiti di riguardo. Questa piccola architettura, inoltre, era connessa a specifici luoghi e strutture esterne al palazzo, che dovevano garantire una serie di servizi ai nobili proprietari. Tra questi il “Gioco de’ tordi”, collocato all’estremità occidentale dell’abitato di Cesano Maderno, che rappresentava uno dei tanti roccoli presenti nell’altopiano brianteo delle Groane, finalizzato alla cattura dell’uccellagione.
Il “Padiglione della voliera” fu probabilmente progettato da Francesco Maria Castelli, architetto e ingegnere attivo a Milano nella seconda metà del XVII secolo anche come perito agronomo e pittore, incaricato dagli Arese di risistemare alcuni spazi del giardino pertinenziale.
L’ambiente interno, ora alquanto spoglio e in cattivo stato di conservazione, rivela evidenti tracce di affreschi alle pareti e alle unghiature voltate, rappresentazioni in tema di volatili in ambientazioni boscherecce.
Non mancano gli anfratti ricavati nelle murature, per lo più nelle parti alte, discrete sistemazioni per la nidificazione dei volatili che qui trovavano il proprio rifugio.