Sebbene menzionate e descritte negli inventari inerenti Palazzo Arese Borromeo conservati nell’archivio familiare dell’Isola Bella, le “Scuderie” necessitano ancora di approfondimenti storiografici capaci di correlare compiutamente le sue forme architettoniche con il più articolato processo di ampliamento e trasformazione dell’intero complesso di delizia di Cesano Maderno. Se è infatti vero che l’edificio acquisì il volto compiuto di dimora nobiliare caratterizzata da aree ben distinte solo nel XVIII secolo, non si può certo affermare che prima dei lavori commissionati da Renato III Arese Borromeo fosse privo di una logica scansione e razionale disposizione degli ambienti, che erano, invece, dotati anche di aree filtro.
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Le “Scuderie” appartengono alla prima fase edilizia di edificazione del complesso cesanese e si inseriscono nell’area sud-orientale del palazzo, assumendo il ruolo di polo strategico-funzionale per la gestione della ritualità connessa alle partenze e agli ingressi alla residenza. Sul “Portico alle Scuderie”, infatti, si affacciavano: la “Prima Scuderia”, nella quale nel Settecento aveva ricovero anche il cavallo del fattore; la “Scuderia in Volta”, che nel 1762 viene descritta come ambiente “messo in ordine nuovamente”; la selleria, con relativa stanza per il cocchiere; la rimessa delle carrozze; alcuni ulteriori ambienti di servizio, compresi i passaggi per la “Corte Nobile” e il privato parco pertinenziale. Attraverso precisi percorsi funzionali, la cui percorrenza era riservata a specifiche categorie di dipendenti del palazzo, i servitori potevano facilmente spostarsi tra le differenti aree del complesso o uscire dalla residenza aresiano-borromaica senza essere visti dagli ospiti.
Desunta dai modelli tipologici monastico-nobiliari dei secoli passati, che hanno fortemente influenzato anche i più modesti esempi di edilizia rurale, le scuderie cesanesi presentano un suggestivo volume architettonico inglobato nell’ala meridionale aggettante, fungendo da sostegno statico per le sale superiori. La scansione interna dei piani presenta differenti altezze finalizzate alla creazione di specifici volumi di servizio che comunicavano con i cortili meridionali, e che consentivano di alimentare i cavalli dall’alto attraverso uno specifico percorso di cui permangono ancora evidenti tracce.
Le quadrangolari volte a crociera, le robuste colonne in granito e gli elementi metallici e lignei per l’accudimento dei cavalli, costituiscono, dunque, la rara testimonianza di un volume architettonico, rimasto quasi integro e che per secoli ha svolto la sua funzione di accompagnamento della complessa ritualità del vivere in villa sei-settecentesca, correlata all’affermazione della residenza cesanese come caposaldo del potere economico-politico dalle famiglie Arese e Borromeo.
Dopo un lungo periodo di abbandono, le scuderie sono state oggetto di un significativo intervento di restauro finalizzato al loro riuso, che ha avuto per oggetto l’intero sistema di ricovero dei cavalli e che è dunque intervenuto sulla “Sala delle Colonne”, sulle rimesse attigue e sul cortile di servizio.