Il 2 giugno 1977 il Consiglio Regionale della Lombardia approvò i 5 programmi di intervento per bonificare il territorio inquinato. La realizzazione fu affidata all’ufficio speciale per Seveso. Abbandonata l’idea di costruire un forno inceneritore per eliminare il materiale inquinato, tra il 1981 e il 1984 furono costruite due vasche impermeabilizzate dove depositare il materiale contaminato.
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Questa collina, che si trova all’interno del bosco delle querce, è la cosiddetta “Vasca di Seveso”, una delle due realizzate per depositare e mettere in sicurezza il materiale inquinato. L’altra vasca è collocata a Meda, a nord; nella zona non recintata del parco.
La capacità della vasca di Seveso è di 200.000 metri cubi, mentre la capacità di quella di Meda è di 80.000 metri cubi. Per la messa in sicurezza del materiale contaminato è stato adottato un sistema di quattro barriere successive, che separano l’inquinante dall’ambiente esterno. Le vasche sono dotate di una serie di strumenti di controllo che verificano eventuali perdite, garantendo la salvaguardia del luogo.
Gran parte del materiale inquinato è rappresentato dal terreno di superficie che fu tolto dall’intero territorio della “Zona A” fino a una profondità di 46 centimetri. All’interno della vasca di Seveso sono contenuti i resti delle case, gli oggetti personali, gli animali morti o successivamente abbattuti a seguito dell’incidente (furono più di 80.000 gli animali morti o abbattuti) e parte delle attrezzature utilizzate per la bonifica.
La terra che oggi costituisce lo strato superficiale del bosco proviene da altre zone della Lombardia. Terra, ma non solo. Nelle vasche sono conservati i ricordi di chi fu costretto a lasciare tutto a partire dal 26 luglio 1976.