Il 29 novembre 1945 l’ICMESA – Industrie Chimiche Meda Società Azionaria presentò al corpo del Genio Civile di Milano la domanda per costruire a Meda un nuovo stabilimento per la produzione di sostanze farmaceutiche. L’ICMESA era una fabbrica chimica di medie dimensioni di proprietà della società elvetica L. Givaudan e, dal 1963, del gruppo Hoffman La Roche.
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Nel 1969 la fabbrica iniziò la produzione del 2.4.5 tricorofenolo, un prodotto intermedio impiegato principalmente per la preparazione di un acido i cui derivati venivano usati come erbicidi e per la preparazione di una sostanza antibatterica, l’esaclorofene.
Il tricofenolo è diventato noto dopo il 10 luglio 1976 a seguito della fuoriuscita della nube tossica contenente anche diossina, ma tutti i cicli produttivi della fabbrica erano ad altissimo rischio già dal 1947, anno di inizio dell’attività.
Nel 1949 il consiglio comunale di Seveso si occupò della nocività delle acque immesse nel torrente Certesa da parte dello stabilimento di Meda, denunciando che le acque diffondevano “odori nauseabondi ed insopportabili nell’atmosfera” e facevano diventare l’aria “assolutamente irrespirabile per la esalazioni provenienti dalle acque di deflusso dello stabilimento”. Per anni si ripeterono, purtroppo inascoltate, le denunce di allarme sulla pericolosità delle attività dell’ICMESA da parte della popolazione e delle autorità sanitarie.
Il 18 luglio 1976 l’ICMESA fu definitivamente chiusa dal sindaco di Meda Fabrizio Malgrati. Lavoravano nella fabbrica 16 donne e 139 uomini. Oggi dell’ICMESA è rimasto solo il muro di recinzione che è visibile in via ICMESA a Meda. Nell’area è stato costruito un centro sportivo.