La facciata nord del Ninfeo era in origine separata dal giardino da sei colonne in marmo arricchite da sculture in bronzo ad altezza naturale raffiguranti divinità mitologiche: due di esse, una “Venere” ed un “Bacco”, vennero acquistate all’inizio del Novecento da Andrew W. Mellon, sottosegretario al tesoro del Presidente degli Stati Uniti d’America, per la sua collezione privata e sono oggi conservate alla National Gallery di Washington. Le altre quattro, raffiguranti Giove, Giunone, Plutone e Proserpina, risultano invece disperse.
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Il fronte nord dell’edificio, costituito da due lunghe pareti simmetriche ricoperte di arenaria, risulta dunque ad oggi fortemente impoverito del suo patrimonio scultoreo, ridotto a due sole sculture allegoriche in marmo bianco collocate all’interno di nicchie poste alle due estremità del complesso, al di sopra di due piccole vasche con fontana.
Nella nicchia ad est è raffigurata l’immagine del “Mattino”, rappresentato simbolicamente da una giovane donna in posizione frontale, col il volto rivolto verso destra e i lunghi capelli intrecciati dietro la nuca. Il corpo nudo della fanciulla è coperto solo sul ventre dal lembo di un panneggio che gira intorno al suo corpo, nascondendo anche le natiche, sorretto da un piccolo putto nudo posto dietro la sua gamba destra. La figura tiene entrambe le braccia sollevate dinnanzi a sé: nella mano destra regge una fiaccola accesa, mentre con la sinistra sostiene delicatamente una corolla di fiori. Nella nicchia ad ovest, è invece raffigurata l’immagine del “Vespro”, rappresentato da un giovane in posa frontale, con il volto rivolto verso sinistra. L’uomo, nudo, ha il ventre coperto da un sottile panneggio che corre intorno alla sua figura sostenuto dal braccio destro e dalla mano sinistra. Nella mano destra, sporta in avanti, il giovane regge una conchiglia cui sono legati alcuni fiori e foglie. Dietro la sua gamba sinistra è nascosta la figura di un putto, che regge tra le braccia un groviglio di rami su cui è appollaiato un volatile, di cui si intravede il piumaggio tra le braccia del bambino.
Il tema dei due momenti opposti della giornata, alba e tramonto, è uno dei soggetti iconografici più rappresentati in scultura fin dall’antichità, con precisi riferimenti simbolici e religiosi alla mitologia pagana. All’interno del Ninfeo, nel cosiddetto “Atrio del sedile”, altre due sculture in stucco poste sopra una montagnola in travertino raffigurano il medesimo soggetto: si tratta di copie dell’“Aurora” e del “Crepuscolo” scolpiti da Michelangelo Buonarroti tra il 1524 e il 1527 all’interno della Sagrestia Nuova di S. Lorenzo a Firenze, ad ornamento della tomba di Lorenzo il Magnifico.