L’aglio selvatico è una pianta erbacea diffusa nel parco pertinenziale di Villa Cusani Tittoni Traversi a Desio, che in primavera tappezza con i suoi fiori e il suo profumo tutto il sottobosco, offrendo al visitatore, suggestivi tratti di paesaggio.
Continua
Si tratta di una pianta bulbosa della famiglia delle Liliaceae, con infiorescenze ad ombrella, di colore bianco o porporino, che compare nelle zone ombrose del giardino romantico della villa in gruppi numerosi e, in primavera, regala una distesa somigliante ad una nuvola soffice e delicata, trapuntata di ‘stelline’ bianche. Il fiore contrasta con le foglie piatte, larghe ed ellittiche caratterizzate da un colore verde brillante, che ricordano quelle del mughetto.
Un movimento leggero della brezza, un raggio di sole che filtra tra l’intreccio dei rami dei tigli, degli ippocastani, dei gingko, dei platani, e gli allegri canti degli uccelli tra le fronde degli alberi infondono a chi sa abbandonarsi al richiamo della terra e del bosco, l’inebriante, dolce e appagante arrivo della primavera. Un avvenimento che si ripete in ogni parco delle ville di delizia briantee, da considerarsi non come un giardino di una esposizione o un arredo urbano, ma una complessa e perfetta coreografia comprensibile a tutti quelli che si lasciano cullare dalle luci diffuse, dai colori freschi e nitidi e dai profumi invitanti capace di appagare i sensi.
Un esempio di sottobosco simile a quello di Villa Cusani Tittoni Traversi lo ritroviamo a Monza, nel Parco e nei giardini della Villa Reale, dove la varietà degli ambienti mettono in luce fiori ad ampia diffusione come l’aglio orsino e la pratolina o altre essenze vegetali con apparizioni più fugaci da ricercarsi con pazienza, come l’orchidea selvatica Cephalantera longiflora.
Il nome Allium deriva da un termine celtico che indica un sapore “acre” e “bruciante”, come è appunto l’odore dell’aglio. La pianta, infatti contiene un olio essenziale che le conferisce un penetrante odore pungente, che in medicina veniva un tempo usato come ipotensivo, depurativo e rubefacente.
In cucina le foglie giovani, tagliuzzate sottilmente, possono essere utilizzate per aromatizzare le insalate, le patate lessate, le frittate, le frittelle e altre prelibatezze tipiche della cucina popolare. Il bulbo, invece, stretto e di colore bianco, sostituisce il comune aglio. Il frutto è una capsula contenente semi globosi e scuri.
Il particolare aglio selvatico che si trova nel parco di Desio, deve il suo nome all’aggettivo ursinum che, secondo alcuni botanici, si riferisce alla forma delle foglie, che vagamente ricordano le orecchie di un orso. Altri botanici, invece, attribuiscono l’appellativo alla qualità inferiore di questo tipo di aglio che sarebbe, quindi, degno solamente del palato degli orsi.
Un movimento leggero della brezza, un raggio di sole che filtra tra l’intreccio dei rami dei tigli, degli ippocastani, dei gingko, dei platani, e gli allegri canti degli uccelli tra le fronde degli alberi infondono a chi sa abbandonarsi al richiamo della terra e del bosco, l’inebriante, dolce e appagante arrivo della primavera. Un avvenimento che si ripete in ogni parco delle ville di delizia briantee, da considerarsi non come un giardino di una esposizione o un arredo urbano, ma una complessa e perfetta coreografia comprensibile a tutti quelli che si lasciano cullare dalle luci diffuse, dai colori freschi e nitidi e dai profumi invitanti capace di appagare i sensi.
Un esempio di sottobosco simile a quello di Villa Cusani Tittoni Traversi lo ritroviamo a Monza, nel Parco e nei giardini della Villa Reale, dove la varietà degli ambienti mettono in luce fiori ad ampia diffusione come l’aglio orsino e la pratolina o altre essenze vegetali con apparizioni più fugaci da ricercarsi con pazienza, come l’orchidea selvatica Cephalantera longiflora.
Il nome Allium deriva da un termine celtico che indica un sapore “acre” e “bruciante”, come è appunto l’odore dell’aglio. La pianta, infatti contiene un olio essenziale che le conferisce un penetrante odore pungente, che in medicina veniva un tempo usato come ipotensivo, depurativo e rubefacente.
In cucina le foglie giovani, tagliuzzate sottilmente, possono essere utilizzate per aromatizzare le insalate, le patate lessate, le frittate, le frittelle e altre prelibatezze tipiche della cucina popolare. Il bulbo, invece, stretto e di colore bianco, sostituisce il comune aglio. Il frutto è una capsula contenente semi globosi e scuri.
Il particolare aglio selvatico che si trova nel parco di Desio, deve il suo nome all’aggettivo ursinum che, secondo alcuni botanici, si riferisce alla forma delle foglie, che vagamente ricordano le orecchie di un orso. Altri botanici, invece, attribuiscono l’appellativo alla qualità inferiore di questo tipo di aglio che sarebbe, quindi, degno solamente del palato degli orsi.