Era un caldo sabato di luglio

Meda - reattore che ha provocato l'inquinamento
Meda – reattore che ha provocato l’inquinamento

Sabato 10 luglio 1976 alle cinque del mattino nel reparto “B” dell’ICMESA il ciclo di produzione del triclorofenolo fu interrotto, contrariamente al solito, verso il termine dell’ultimo turno di lavoro prima della pausa per il fine settimana. Alle 12,37 un aumento incontrollato della temperatura all’interno del reattore A101 provocò un eccesso di pressione e quindi la rottura di una valvola di sicurezza, con la conseguente emissione nell’aria di una nube tossica composta da circa 400 chili di prodotti di reazione e reattivi in forma di aerosol. La nube così formatasi, principalmente composta da triclorofenolo e soda caustica, comprendeva anche una percentuale di Diossina (2,3,7,8 tetraclorodibenzodiossina)

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La nube fu trascinata in direzione sud sud–est dal vento e si depositò al suolo su una superficie di circa 1.810 ettari, compresa tra i comuni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio.

Giovedì 15 luglio, cinque giorni dopo l’incidente, a seguito della morte di numerosi animali e a casi di lesioni alla pelle su bambini e bambine della zona inquinata, i sindaci dei comuni di Seveso – Francesco Rocca – e di Meda – Fabrizio Malgrati – emanarono le prime ordinanze per tutelare la salute della popolazione.

Dopo giorni di angoscianti incertezze sulla gravità dell’accaduto, dovute anche ai silenzi dell’ICMESA, sabato 24 luglio 1976 i sindaci imposero che entro il lunedì successivo avvenisse l’evacuazione della zona maggiormente inquinata. Si recintò l’area e se ne vietò l’accesso. Questa parte del territorio fu definita “Zona A” e costituisce oggi l’area su cui sorge il Bosco delle Querce. Nei giorni seguenti furono delimitate anche la “Zona B” – zona a minor tasso di inquinamento – e la “Zona R” o di rispetto – zona non inquinata o inquinata con valori inferiori ai 5 microgrammi per metro quadro. La “Zona A” fu successivamente isolata con una rete metallica a maglia stretta alta 4 metri e rivestita di vetroresina giallo per impedire l’azione dispersiva del vento e l’accesso di animali. Su tutto il perimetro fu collocato il filo spinato.